Come le mosche dai cadaveri
è il titolo (provvisorio) del mio ultimo romanzo. Precedentemente l’avevo intitolato “Dieci giorni”, e con questo titolo è arrivato secondo a GIALLO TRASIMENO, finalista ad AMELIA IN GIALLO e a THRILLER NORD.
La storia è ambientata a Passignano sul Trasimeno, antico borgo situato sulla sponda orientale del Lago Trasimeno, in provincia di Perugia. Il Commissario Capo Giovanni Pettinari è chiamato a risolvere il caso del parroco della Chiesa di San Cristoforo, Don Vincenzo Fumini, assassinato nella sua abitazione con un fucile da caccia. La squadra investigativa è costituita da Pettinari, dirigente del Commissariato di Spoleto in trasferta sul lago, dall’Agente Scelto Carandente e dalla Sottotenente Adelina Salmastri (detta Lina), della Guardia di Finanza di Perugia. Per il questore, i carabinieri e la gente del paese non ci sono dubbi, si tratta di un omicidio politico: Don Vincenzo, il famoso prete comunista, ha suscitato le ire di un gruppo di estrema destra; è stato il giovane leader del manipolo neonazista a ucciderlo, al culmine di una notte di droga e alcool. Ma il P.d.D. (Pool del Don, così viene battezzato dai quotidiani locali il piccolo insieme investigativo), si mette di traverso, determinato a portare alla luce tutte le scomode verità nascoste dietro l’apparente semplicità del caso.
Come le mosche sui cadaveri è il secondo volume di una trilogia che ho intenzione di completare (a questo punto mancherebbe il terzo volume) che ha come protagonista il commissario Pettinari. Il primo volume è già edito da LuoghInteriori e si intitola “IL VIALE – BAR & CLUB”.
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